Sono stata selezionata come componente del Forum dei 100 che porterà il proprio contributo alla riforma del nostro Statuto di Autonomia.
Due sentimenti al momento si alternano in me.
La giusta quota di orgoglio e la giusta quota di paura. Paura di non essere all'altezza e paura che le truppe organizzate trovino il modo di monopolizzare anche questo spazio.
Per affrontare la prima ci sarà da studiare e da confrontarsi. Per la seconda l'unica strada sarà la trasparenza.
La mia idea di riforma? Dare concretamente valore alle diversità.
Un senso all'Autonomia che non sia solo per noi, ma anche per chi ci osserva da fuori di qua. Meno passato e più futuro, meno rivendicazione e più apertura.
Come possiamo sostenerla nei confronti di regioni come il Veneto, la Lombardia o la Toscana, con la sola rivendicazione della presenza di tre gruppi etnico- linguistici, quando in realtà i gruppi dovunque sono molti di più?
Dobbiamo diventare un mito a cui tendere, non un territorio con un gruppo di privilegiati.
La ns scuola e il ns contesto sociale li dovremo ricostruire per affermare il diritto di tutte e di tutti al bilinguismo positivo, mescolandoci di più e coesistendo di meno.
Quale sarà l'impatto del nuovo Statuto sulla vita delle donne di questa terra?
E la sussidiarietà, la delega che noi che siamo speciali abbiamo chiesto allo Stato, sapremo metterla in pratica per davvero anche qui?
Se l'Alto Adige Südtirol è diverso dall'Italia, Bolzano è diversa da Mühlbach, Merano da Ora e Bressanone da Castelrotto. Sapremo legittimare il valore della diversità della vita nel ns territorio? Come farlo? Provando ad essere una voce di tante voci.
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