Le proposte contenute nei verbali sono state raggruppate in nove ambiti tematici:
1) Ampliare l’autonomia
Si presentano proposte dettagliate volte ad ampliare l’autonomia, e a riconoscere la potestà legislativa primaria alla Provincia di Bolzano in molti ambiti politici e dunque ulteriori competenze in settori quali l’ambiente, la Camera di commercio, il diritto del lavoro, le relazioni tra le parti sociali, l’urbanistica, la sanità, la radiotelevisione pubblica, il servizio postale, l’autonomia scolastica e in ambito sportivo, la polizia provinciale, la potestà impositiva e le politiche migratorie. Si auspica l’abolizione della clausola di supremazia dello Stato. L’ampliamento delle competenze è anche l’obiettivo dei fautori dell’autonomia integrale. Si mira a ottenere ulteriori competenze attraverso la concertazione negoziale con il Governo a Roma e a livello parlamentare, tra l’altro in occasione della modifica dello Statuto di autonomia. La sopravvivenza e lo sviluppo della regione risulta essere un argomento di discussione controverso. Si richiamano altri modelli di autonomia (Isole Åland, Groenlandia) quali esempi da seguire.
2) Partecipazione dei cittadini
Si auspica che i diritti di partecipazione dei cittadini siano sanciti dallo Statuto; si menzionano, tra l’altro, il riconoscimento della sovranità statuaria dell’Alto Adige, la possibilità di ricorrere all’iniziativa popolare anche sulla legge elettorale e sulla legge sulla democrazia diretta nonché i principi dell’urbanistica partecipata.
3) Europa
Si auspica il rafforzamento dell’Euregio. L’Europa delle regioni è sinonimo di pluralità e peculiarità dei singoli territori e dovrebbe diventare un punto di riferimento identitario per le generazioni future. Vanno regolamentati i rapporti con l’Ue. Le macroregioni rappresentano una nuova dimensione europea.
4) Preambolo
In fase di revisione dello Statuto di autonomia si dovrebbe prevedere un preambolo contenente alcune dichiarazioni di principio, tra cui l’Accordo di Parigi, le peculiarità culturali e la pluralità identitaria dell’Alto Adige, i diritti dei cittadini, la cooperazione interregionale e internazionale, il principio di sussidiarietà, l’autonomia territoriale, il diritto all’autodeterminazione e il ruolo di potenza tutrice dell’Austria.
5) Plurilinguismo e proporzionale
La proporzionale viene considerata uno strumento di pace necessario anche per il futuro, per la tutela di tutti e tre i gruppi linguistici. Anche gli immigrati dovrebbero aggregarsi a un gruppo linguistico. L’uso effettivo delle due lingue dovrebbe essere verificato e se ne dovrebbe sanzionare la mancata osservanza. Si dovrebbe mettere un freno alle dichiarazioni di appartenenza abusive. Si chiede però anche di abolire la proporzionale e la dichiarazione di appartenenza linguistica e di verificare le competenze linguistiche solo in fase di assunzione. Si auspica un’applicazione flessibile della proporzionale, prevedendo misure correttive atte a dare maggior peso alla qualifica professionale.
6) Scuola
Una posizione consiste nel rifiuto categorico di rinunciare al principio dell’istruzione nella madrelingua nonché nell’opposizione a qualsiasi forma di immersione linguistica. Il CLIL viene visto come un metodo che mina la qualità dell’insegnamento. A ciò si contrappone la richiesta di concedere ai gruppi linguistici autonomia decisionale nella scelta dei modelli scolastici. Si dovrebbero prendere in considerazione nuove strade. Ai genitori dovrebbe essere dunque data libera scelta sulla scuola in cui iscrivere i propri figli. In qualità di esempio positivo è stato menzionato il modello ladino. Si sono criticati i mancati successi nell’insegnamento della seconda lingua, ma anche le carenze nella conoscenza della madrelingua e la mancanza di volontà di apprendere la seconda lingua. La seconda lingua dovrebbe essere insegnata nella varietà di uso quotidiano.
7) Autodeterminazione
Diversi partecipanti sottolineano che il diritto all’autodeterminazione sia un diritto fondamentale posto al di sopra della Costituzione e che debba dunque essere riconosciuto agli altoatesini. La vocazione all’autodeterminazione dovrebbe essere sancita dallo Statuto di autonomia. L’obiettivo consiste nella creazione di uno Stato indipendente. Si fa riferimento all’aspirazione all’autodeterminazione di altre regioni europee. Altri interventi mettono in guardia da tendenze isolazionistiche e dubitano della possibilità di staccarsi dallo Stato italiano. L’autonomia viene vista da alcuni come soluzione soddisfacente, da sviluppare ulteriormente in direzione di un’autonomia integrale. In caso di secessione dallo Stato italiano si dovrebbe chiarire prima il rapporto con l’Ue, come anche la questione se l’Alto Adige, da solo, possa sopravvivere dal punto di vista economico.
8) Toponomastica
I partecipanti che considerano la toponomastica una questione fondamentale chiedono il riconoscimento a livello giuridico dei toponimi storici e l’abolizione di quelli pseudoitaliani, che dovrebbero sopravvivere solo nel linguaggio comune. Altri invitano a considerare la questione della toponomastica con maggiore flessibilità.
9) Convivenza tra gruppi linguistici
Diversi contributi auspicano che l’Alto Adige sia un punto di incontro per persone, culture e lingue diverse e rappresenti un arricchimento in tal senso. Si dovrebbero superare le paure e la categorizzazione per gruppo linguistico, creando luoghi di perdono. La conoscenza della seconda lingua è considerata la chiave per la convivenza. Altri partecipanti alla discussione ritengono importante e necessario il concetto di gruppo etnico. Non vogliono una mescolanza livellante in Alto Adige. Secondo alcuni partecipanti non esisterebbero gabbie etniche, ognuno potrebbe svilupparsi liberamente. In provincia ci sarebbe convivenza, ma anche coesistenza. Per una buona convivenza servirebbe un chiaro distacco da Roma.