Topnomastica e giustificazionalismo storico

Se c'è una questione intramontabile in Alto Adige è quella relativa alla toponomastica.

Questa volta il pretesto è stato dato dalla cancellazione della denominazione italiana Verdines nella frazione di Scenna, vicino a Merano.

Il toponimo non era ufficiale, dicono gli esponenti della Südtioler Freiheithei che lo hanno rimosso, e quindi si poteva procedere in modo legittimo.

La questione relativa alla denominazione dei luoghi in questa provincia fu definita centrale fin dai primi tempi dopo la sua annessione all'Italia, quando sia prima Pecori-Giraldi, Governatore Militare, che poi Credaro, Commissario Generale Civile, si scontrarono proprio su questo con l'allora responsabile del Commissariato per la Lingua e la Cultura che era il ben noto nazionalista Tolomei.

L'intento di Tolomei apparve subito chiaro: sostituire la toponomastica tedesca con quella italiana aveva il chiaro scopo di cancellare l'identità autoctona del posto e con essa anche la legittimità , almeno sul piano culturale, della popolazione di lingua tedesca a vivere qui. Il governo liberale dell'immediato dopoguerra non appoggiò questo progetto di chiara matrice antidemocratica, ma lo fece più tardi il fascismo.

Per giustificare le nuove denominazioni in italiano Tolomei proseguì i suoi studi nell'ambito della linguistica e della storia della linguistica anche attraverso la sua rivista “l'Archivio per l'Alto Adige” che aveva iniziato a essere stampata già nel 1906. Così facendo riuscì a trovare delle tracce di latinità nel passato risalendo, se necessario, fino all'Impero romano.

Ora, si può convenire facilmente che l'errore di Tolomei fu il mancato rispetto della popolazione locale con la volontà di cancellarne le tracce anche e soprattutto negando alla gente del posto il diritto naturale a denominare la terra in cui risiede. Cercare nel passato tracce della cultura che si vuole imporre è tipico dei nazionalisti di confine ed è un gioco molto facile, dato che in queste zone, essendo di transito, si ritrovano facilmente resti di molte culture e popolazioni, mercanti di passaggio, accampamenti militari,...

Ciò che deve far riflettere è il tentativo, anche questo tipico dei nazionalisti, di cancellare la legittimità di un popolo a vivere in un territorio cancellandone la cultura attraverso la toponomastica monolingue, imponendo la lingua della cultura che si vuole dominante ovviamente, con la chiusura delle scuole del posto e con il divieto di parlare la propria madrelingua. Tutte cose che dovrebbero appartenere a un passato che non vogliamo che torni!

Ebbene il tentativo di eliminare oggi la toponomastica italiana con i relativi appoggi storici ripresentano lo stesso pericolo in forma speculare. Più che appoggi storici sembrano essere delle scuse per legittimare l'eliminazione dell'identità italiana. Attraverso una toponomastica completamente tedesca si vuole dare l'immagine di un Alto Adige completamente tedesco sia a chi vive qui, facendo sentire gli italiani degli estranei, sia a chi viene come turista. Capita spesso di sentirsi chiedere, visitando il resto d'Italia, come mai parliamo così bene l'italiano pur essendo della provincia di Bolzano. Bisogna allora spiegare che ci sono anche persone di madrelingua italiana in questa terra.

Nessuno vuole eliminare la toponomastica tedesca, ma ciò che si chiede è di non fare gli stessi errori del passato. Il fatto che i toponimi siano stati posti in epoca fascista, anche se molto sono precedenti, non giustifica affatto la volontà di cancellare un'identità per far sentire gli italiani sempre degli ospiti. Inutile appellarsi sempre alla storia cercando quelle che più che prove sono delle scuse per giustificare un'evidente ingiustizia e prevaricazione, significa comportarsi proprio come faceva Tolomei che cercava nel passato le prove dell'italianità della zona. Aggiungiamo poi che la storia, proprio come la scienza, non è affatto neutra e si piega facilmente a sostegno di una o dell'altra tesi, come sanno tutti colori che si occupano di questa materia.

Il bilinguismo, anzi trilinguismo se aggiungiamo il ladino che però non sembra essere turbato dalle polemiche, è un grande valore della nostra terra e dobbiamo iniziare a riconoscere la legittimità e l'identità culturale degli altri perché non vogliamo ripetere gli errori del passato.

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Kommentare

Es gibt in Südtirol 200 echte italienische Ortsnamen, die schon vor Ettore Tolomei bestanden haben. Darunter befinden sich auch rund 50 der 116 Gemeindenamen. Überall da, wo heute viele Italiener leben, gibt es diese italienischen Ortsnamen. Bolzano, Merano, Salorno usw. bleiben auch bei einer historischen Ortsnamenlösung erhalten. Tolomei hat nicht nur die deutschen und ladinischen Namen verschwinden lassen. Auch alte italienische Ortsnamen mussten dran glauben. Deutschnofen und Welchnofen hießen früher Nova Tedesca und Nova Ladina bzw. Nova Italiana. Zu Nova Levante und Nova Ponente wurden sie erst durch Tolomei, weil er das "tedesca" verschwinden lassen wollte. Wozu braucheen die Italiener tausende Fantasienamen, die am Schreibtisch erfunden wurden. Wozu brauchen die Italiener aus Bozen italienisch klingende Ortsnamen für Bäche, Weiler, und Dörflein, von denen sie noch nie gehört haben? Die Leute vor Ort wissen selbst am besten wie die Orte und Fluren schon seit Urzeiten heißen. Da muss man keine neuen erfinden. Die meisten der sogenanten "deutschen" Ortsnamen haben übrigens einen ladinischen, romanischen oder vorromanischen Ursprung. Wir können Tolomeis Unrecht nicht ungeschehen machen. Aber wir können es wieder gut machen. So wie in Australien und anderswo Berge und andere Orte wieder ihren alten angestammten Namen erhalten, nachdem sie jahrhunderte lang einen falschen Namen tragen mussten.
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Bild des Benutzers Rosanna Oliveri
Certamente si possono aggiustare le storture,ma, a mio avviso, deve rimanere il diritto delle persone di madrelingua italiana di poter denominare un posto in Alto Adige con un nome italiano, proprio per non sentirsi ospiti, ma cittadini a pieno titolo. Le toponomastica quindi dovrebbe essere bilingue. Se un nome dà particolarmente fastidio perchè inventato daTolomei (e sono d'accordo con lei che ne inventò molti), si potrebbe anche cambiare, ma magari sostituirlo con un altro italiano che piace alla opolazione di quel posto
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In der Toponomastik-Frage muss man zwei Aspekte betrachten. Zum Ersten die derzeitige Lage: Auch wenn man dies nicht immer bemerkt, da beispielsweise auf Ortstafeln mehrere Ortsbezeichnungen "geduldet" werden, haben trotzdem NUR die Bezeichnungen rechtliche Gültigkeit, die damals mit den faschistischen Dekreten bestimmt wurden - Eine Mehr-Namigkeit der Ortsnamen besteht daher auf dem Papier immer NOCH NICHT. In der Toponomastik-Debatte ist mir schon mehrmals aufgefallen (zumindest bei "normalen Bürgern"), dass anscheinend nicht alle sich dessen bewusst sind. Manche gehen daher davon aus, dass derzeit eine Mehr-Namigkeit bestünde, und der Sinn der Toponomastik-Debatte darin bestünde die "italienischen" Ortsbezeichnungen "auszulöschen" - so wie es der Faschismus damals mit den angestammten Ortsnamen versuchte. Ich stimme natürlich vollkommen darin überein, dass solch ein Revanchismus bzw. Revisionismus völlig unangebracht ist. - Dies ist in der Debatte um die Toponomastik aber ja auch nicht der Punkt. Denn es geht lediglich um die "Offizialität" der Namen. Niemandem soll etwas weggenommen bzw. verboten werden einen Ortsnamen zu verwenden, sondern es geht um eine Berichtigung einer historischen Ungerechtigkeit. Dass die Frage der Toponomastik trotzdem eine heikle Angelegenheit darstellt will ich gar nicht leugnen, deshalb am (ziemlich ungenügenden) Status Quo festhalten zu wollen, ist jedoch auch der falsche Weg. Meiner Meinung nach sollte die Frage nach der Mehrnamigkeit "lokal" gelöst werden, ganz nach Subsidiarität-Prinzip. Das heißt: Werden beispielsweise eine "deutsche" und eine "italienische" Bezeichnung lokal verwendet (also z.B. in allen deutschsprachigen Ortschaften mit relevantem Anteil an Südtirolern italienischer Muttersprache) sollte neben der "italienischen" nun auch die "deutsche" Bezeichnung Gültigkeit haben. Sollten in einem Ort lediglich eine angestammte Bezeichnung, jedoch nicht die "faschistisch gültige" verwendet werden - so sollte dieser faschistische Name abgeschafft, und lediglich der historisch gewachsene Name Gültigkeit besitzen. Dasselbe gilt selbstverständlich auch beispielsweise für die ladinischen Täler, die in solchen Fällen auf die "deutsche" Bezeichnung als offizielle Bezeichnung verzichten könnten. Und um mich nochmal zu wiederholen: Niemandem wird verboten einen anderen Namen für eine Ortschaft zu verwenden. Auch wenn z.B. ein Badia nur noch diesen Namen offiziell tragen würde, hält mich niemand davon ab, die Ortschaft Abtei zu nennen - die Bezeichnung ist nur nicht mehr offiziell. Auch eine Stadt wie München wird in anderen Sprachen Munich oder Monaco genannt - Trotzdem käme niemand auf die Idee diese Namen dort offiziell zu verwenden - aber ebenso käme niemand auf die Idee diese zu verbieten. Denn niemand kann verbieten, wie ich beispielsweise als Italiener diese Stadt privat nenne. Ich habe mich mit dem Thema nie (wissenschaftlich) befasst, daher kann ich auch nicht beurteilen, inwieweit sich historisch überlieferte "italienische" Ortsnamen mit der derzeitigen Verwendung decken würden. Daher würde ich nicht pauschal sagen alle nicht-historischen gehören abgschafft, sondern viel mehr nach oben ausgeführten "lokalen" Prinzip. Ich vermute, dass die Liste historisch gewachsener Namen nichtsdestotrotz eine gute Richtlinie darstellt. Der zweite Aspekt in der Toponomastik-Debatte stellt das Thema Mehr-Namigkeit vs. Mehr-Sprachigkeit dar. Denn Mehr-Sprachigkeit heißt nicht, dass ich jeden Namen übersetze. So kommt selbstverständlich niemand auf die Idee im italienischen Sprachgebrauch einen Herrn Feichter als "Signor Pini" zu bezeichnen - oder umgekehrt. Ebenso verhält es sich mit Flur- und Ortsnamen. Diese sind historisch gewachsen und nicht per se übersetzbar. Deshalb ist auch eine Unterscheidung von "deutschen" vs. "italienischen" Ortsnamen problematisch. Denn meist verhält es sich so, dass die sog. "deutschen" Ortsnamen angestammte gewachsene Ortsnamen mit oft ladinischen, auch romanischen oder vorromanischen Ursprüngen sind. Während die sog. "italienischen" Ortsnamen oft lediglich faschistisch motvierte Übersetzungen sind - Tolomei suchte den vermeintlichen Ursprung der Orte und übersetzte diese meist schlecht als recht. Denn bei vielen Ortsnamen kann heute kein ernsthafter Sprachwissenschaftler mehr sagen woher der Name stammt, er kann lediglich einige Vermutungen aufstellen - Tolomei tat es trotzdem.
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Titoli di studio

Laurea in Filosofia presso l'Università di Bologna nel 2000 con tesi di Laurea in Filosofia della scienza riguardante la teoria della relatività di Einstein.
Laurea magistrale e specialistica in Scienza della Filosofia dell'Università di Bologna.
Tesserino da giornalista pubblicista
Abilitazione all'insegnamento per la classe di concorso A37 conseguita con il corso SSIS nel 2007
Abilitazione all'insegnamento per le classi di concorso A91 e A92 (italiano L2 alle scuole medie e superiori della provincia di Bolzano) conseguita tramite concorso nel 2005
Attestato di bilinguismo della Provincia Autonoma di grado A (livello madrelingua) conseguito nel 1998

Attività professionali

Collaboratrice del Corriere del Trentino e del Corriere dell'Alto Adige dal 2006- 2008 (pagina della cultura) e dal novembre 2012 ad oggi (politica, cronaca)
Insegnante di Storia e Filosofia presso le scuole superiori della provincia di Bolzano dall’anno scolastico 2008-2009 ad adesso
Membro della Commissione di Bilinguismo per gli esami di bilinguismo della Provincia Autonoma di Bolzano (esami di grado A, B, C e D) per il triennio 2008-2010.
Insegnante di Italiano L2 presso le scuole superiori di lingua tedesca della provincia di Bolzano dall’anno scolastico 2000/2001 all’anno scolastico 2007/2008
Docente di Italiano presso il Centro linguistico dell’Università di Bolzano per l’anno accademico 2007/08.

Partecipazione a convegni universitari in qualità di relatrice

Parlare di ciò che si vede (Università di Trento, Dipartimento di Filosofia, 30 e 31 maggio 2013)
(Oggetti, colori, suoni e traiettorie a partire da Paolo Bozzi (1930-2003)
Titolo della relazione: Pendoli e piani inclinati. Bozzi legge Galileo.

Organizzazione conferenze, corsi, laboratori e partecipazione a progetti di ricerca

Consulenza scientifica per la conferenza universitaria “Le tre missioni di Nietzsche” del professor Sossio Giametta (13 maggio 2014) all’Università di Trento.
Consulenza scientifica per la conferenza universitaria “Con la mente tra le stelle” del professor Roberto Casati (13 novembre 2014) presso l’università di Trento.
Organizzazione e consulenza scientifica per la conferenza “Con la mente tra le stelle” del professor Roberto Casati (13 novembre 2014) presso il Museo delle scienze di Bolzano.
Organizzazione del laboratorio didattico di Filosofia per insegnanti della Provincia di Bolzano (anno scolastico 2011-2012)
Organizzazione del corso d'aggiornamento per insegnanti “Scienze e Filosofia” (anno scolastico 2010-2011).
Organizzazione del laboratorio didattico di Estetica per insegnanti (anno scolastico 2010-2011).
Collaboratrice al progetto ELDIT presso l’Eurac (1999).
Collaboratrice alla ricerca presso l’Università di Freiburg nell’anno accademico 1997/98 durante il semestre del mio progetto Erasmus.

Lista pubblicazioni

Saggi filosofici

Nietzsche tra le stelle. L'eterno ritorno e la cosmologia, Il Prato, Padova, in stampa
Nietzsche, profeta della scienza (con prefazione del professor Sossio Giametta), Il Prato, Padova, 2014
Relatività e violazione della casualità e Newton: qualità secondarie in Filosofia della Fisica in Temi di filosofia della fisica, Limina Mentis, Villasanta(VB), 2016
Teoria della conoscenza e geometria nel pensiero filosofico di Enriques e La rivista Scientia e la relatività di Einstein. Storia di divulgazione e inchieste chiarificatrici in 150 anni di Scienza e Filosofia nell'italia unita, (volume collettivo). Limina mentis editore, Villasanta (MB), 2011
A partire da Thomas Kuhn. Viaggio nel concetto di legge, di natura e sociale, Aracne editrice, Roma, 2008
La teoria della relatività e le sue interpretazioni filosofiche, Ennepilibri, Genova, 2008

Manuali di italiano L2 per la scuola

• Percorsi Italiano - Lingua 2
Formazione Professionale Settore legno, metallo elettrotecnica
a cura di Oriana Paganini, Rosanna Oliveri, Laura Gigliotti
Praxis 3, Bolzano 2005
• Percorsi Italiano - Lingua 2
Formazione Professionale Settore Commercio e cosmesi
a cura di Claudia Bernardelli, Laura Gigliottti, Rosanna Oliveri
Praxis 3, Bolzano 2005

Articoli comparsi su riviste specializzate

• Conferenza di Sossio Giametta sulle “tre missioni” di Nietzsche
Il Cristallo, rassegna di varia umanità. ANNO LV/LVI – 2013/14 numero doppio – ottobre 2014
• Radici sociali del pensiero scientifico nella cultura dell’Occidente
Nuova Secondaria. Gennaio 2006
• Sviluppare le cinque abilità nell’insegnamento – apprendimento dell’italiano L2
Educare.it - Anno V, Numero 8, Luglio 2005
• Insegnare la grammatica di una lingua straniera in modo intuitivo
Educare.it - Anno V, Numero 6, Maggio 2005
• Suggerimenti metodologici per l’insegnamento dell’italiano come lingua seconda
Educare.it - Anno V, Numero 5, Aprile 2005
• Didattica modulare e stili d’apprendimento
Educare.it - Anno V, Numero 9, Agosto 2005
• Recensione al saggio: La filosofia di Topolino di Giulio Giorello, con Ilaria Cozzaglio,
Fillide.it, Numero 8, aprile 2014
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• Candidamente, un invito alla lettura di Voltaire
Fillide.it, Numero 4, Aprile 2012
• Gatto vivo, gatto morto
Fillide.it, Numero 2, Aprile 2011
• Noterelle sulla scienza
Fillide.it, Numero 1, Settembre 2010