Präsidium K33
Laura Polonioli, Christian Tschurtschenthaler ed Edith Ploner

"Un importante impulso per l'autonomia"

La Convenzione dei 33 si é costituita il 30 aprile 2016. Il Presidente della Convenzione dei 33 Christian Tschurtschenthaler traccia il bilancio e definisce gli obiettivi per il 2017

 

Presidente Tschurtschenthaler, qual è il suo bilancio della Convenzione nel 2016?

Ritengo che nel 2016 la Convenzione abbia dato all'Alto Adige un importante impulso per l'autonomia. Da anni non si parlava in modo così intenso della nostra autonomia. Anche dal punto di vista democratico il processo è di massimo interesse per l'Alto Adige e può essere visto come una sorta di laboratorio per altri processi partecipativi.

Quando ancora non ero coinvolto direttamente nella Convenzione, seguivo con molto interesse gli eventi Open space in tutto l'Alto Adige. Personalmente mi ha molto stupito il fatto che quasi 2000 persone si siano prese il tempo per partecipare agli eventi. Nel nostro mondo frenetico non è da dare per scontato. Le cittadine e i cittadini altoatesini sono consci dell'importanza dell'autonomia e vogliono partecipare al suo sviluppo. Per me questo è stato uno dei motivi centrali che mi ha spinto ad accettare l'incarico da presidente. Al contempo sento che è nella mia responsabilità che i risultati siano apprezzabili e di qualità.

È soddisfatto del lavoro della Convenzione dei 33?

La Convenzione dei 33 ora è riuscita a trovare il suo equilibrio e ritengo che stia lavorando bene. Inizialmente ci è voluto un po' di tempo finché ci siamo orientati e abbiamo definito il metodo di lavoro. La politica ha volutamente scelto di lasciare la massima libertà alla Convenzione dei 33. Nessuno di noi aveva mai lavorato seguendo il principio del consenso e abbiamo prima dovuto abituarci a rispettarlo. Dal punto di vista mediatico, la Convenzione non è sempre stata trattata in modo corretto. Siamo 33 persone con 33 punti di vista diversi. Ed è bene così. Nella Convenzione siamo chiamati a rappresentare la popolazione dell'Alto Adige. Ed era chiaro fin da subito che avremmo avuto bisogno di una fase di rodaggio e che non saremmo sempre stati unanimi. Una cosa del tutto prevedibile secondo me. Ero conscio del fatto che la Convenzione dei 33 nascondesse anche un certo potenziale di conflitto e mi sono considerato sin dall'inizio una sorta di mediatore.

Dopo questa fase iniziale ora ci troviamo su una buona strada e sono molto fiducioso per i lavori che ci attendono nel 2017. Si lavora e discute in modo molto costruttivo e sento che la Convenzione dei 33 è diventata un'importante piattaforma per l'autonomia. Anche nelle più accese discussioni prevale sempre il rispetto reciproco. E a me, come presidente, questo sta molto a cuore. Ogni opinione deve trovare spazio ed essere rispettata. Sta però nella natura delle cose che alla fine non si riesca a trovare consenso su alcune tematiche. Ritengo però che proprio le discussioni controverse alla fine daranno i loro frutti.

Il Forum dei 100 lavora parallelamente alla Convenzione dei 33. Lei ne segue i lavori?

Certamente, anche se per motivi di tempo non sempre dal vivo. Chiedo sempre un briefing ai collaboratori dell'EURAC, che non ci affiancano solo nella Convenzione dei 33 ma anche durante ogni seduta del Forum dei 100. Spero che i componenti del Forum dei 100 ci forniranno spunti interessanti. Più persone partecipano alla riforma dello Statuto di Autonomia, meglio è. Non per niente ai lavori della Convenzione dei 33 partecipano anche 8 rappresentanti del Forum dei 100 che fungono da anello di congiunzione tra i due organi. A inizio maggio ci saranno consegnati i risultati del Forum dei 100, poi avremo ancora tempo fino a fine giugno per elaborarli. Abbiamo volutamente prolungato i lavori della Convenzione fino alla fine di giugno per avere tempo a sufficienza.

Quali sono i suoi obiettivi per la Convenzione per il 2017?

Alcuni hanno messo in dubbio l'utilità dei nostri lavori dopo il referendum costituzionale. Al di là del fatto che il Presidente Kompatscher ha già sottolineato l'importanza del lavoro della Convenzione, sono convinto che diamo un importante contributo per il futuro della nostra provincia. In quale altra occasione ci era stata data la possibilità di discutere trasversalmente rispetto ai gruppi linguistici, al di là della quotidianità politica, insieme alla popolazione e in tutta franchezza di proporzionale, appartenenza linguistica, plurilinguismo e autodeterminazione?

I risultati si concretizzeranno in un documento di primaria importanza per l'Alto Adige e per il suo futuro. Questo è il mio obiettivo personale, ma sono comunque convinto che l'Alto Adige può solo trarre dei vantaggi da questo processo.