Si sono ritrovati oggi per l’ultima volta i componenti del Forum dei 100, l’organo della Convenzione sull’Autonomia composto da cittadine e cittadini incaricati di elaborare proposte di modifica dello Statuto: riuniti all’Eurac di Bolzano, hanno dato gli ultimi ritocchi ai documenti conclusivi, che andranno ora trasmessi alla Convenzione dei 33. “La democrazia è uno strumento d’acciaio: se non si usa si arruginisce”, ha detto il presidente del Consiglio provinciale Roberto Bizzo commentando la chiusura di un percorso avviato un anno fa: “voi ne avete fatto uso: ci si lamenta della politica, ma la politica siamo noi”. Bizzo ha aggiunto che si aspettava una maggiore partecipazione, ma ha apprezzato il lavoro svolto dai 100: “Non si finisce qui, ma si comincia; e noi saremo garanti di questo processo democratico”. La segretaria questora Maria Hochgruber Kuenzer ha confermato: “Il vostro lavoro non finirà in un cassetto, ma sarà sempre di riferimento per i rappresentanti politici”. Per il loro impegno, i componenti del Forum sono stati ringraziati anche dall’Ufficio di Presidenza della Convenzione dei 33: il presidente Christian Tschurtschenthaler ha dato appuntamento alla seduta del 12 maggio, “che sarà interamente dedicata alle vostre proposte; in settembre ci sarà poi una seduta straordinaria del Consiglio provinciale, per dare voce a tutti coloro che hanno partecipato a questo processo democratico”, mentre Laura Polonioli ha ringraziato i partecipanti per il loro impegno in questa esperienza, “di cui sono contenta di conoscere presto i risultati, di cui terremo conto”, ed Edith Ploner ha apprezzato lo spazio di partecipazione dato ai ladini e auspicato sempre più frequenti occasioni di collaborazione interetnica. Alcuni componenti del Forum hanno preso poi la parola per testimoniare il buon clima di lavoro e il desiderio che esso sia preso sul serio anche all’esterno, come finora non sempre è stato.
Le proposte dei gruppi di lavoro
In mattinata, i rappresentanti dei 8 gruppi di lavoro avevano presentato all’assemblea i risultati condivisi raggiunti nei precedenti 5 incontri (oltre ad altre riunioni spontanee), anche grazie all’audizione di numerosi esperti. Poi erano tornati a riunirsi per mettere a punto il documento.
Nel gruppo di lavoro 1 i temi trattati erano ampliamento dell’Autonomia, ruolo della Regione, rapporti con Roma e Vienna, doppia cittadinanza. Come ha riferito il portavoce Matthias Psenner, il gruppo ha trovato consenso sulla necessità di trasformare tutte le competenze in esclusive della Provincia, di considerare la Regione solo come sede di collaborazione tra le Province, di ripercorrere in un preambolo allo Statuto la storia della provincia, di istituire una commissione permanente Vienna-Roma che si occupi delle questioni relative alle minoranze, di non inserire la doppia cittadinanza nello Statuto, in quanto questione che riguarda esclusivamente Vienna, da considerare però come possibilità di richiesta individuale.
Autodeterminazione, Euregio, rapporti con Austria e Italia e attivisti sudtirolesi: questi, invece, i temi su cui ha lavorato il gruppo di lavoro 2, i cui risultati sono stati illustrati da Jutta Telser: l’autodeterminazione va vista come processo democratico, basato sia su un principio democratico che sul diritto internazionale, ed articolato su due livelli: in un primo referendum va verificata la volontà dei cittadini se iniziare il processo di autodeterminazione, in una seconda fase si procede di conseguenza. In quanto agli attivisti, si chiederà al Consiglio provinciale di impegnarsi per la concessione della grazia. È stato poi evidenziato il ruolo positivo dell’Euregio, con l’invito ad allargare la cooperazione ad altre regioni e ai Comuni ladini fuori dalla provincia.
Più problematico il confronto nel gruppo di lavoro 3 - dedicato a cultura, istruzione/formazione e toponomastica - dove non si è trovato consenso tra un orientamento conservatore e uno più innovativo. Una inconciliabilità dimostrata dal fatto che sono stati due i referenti sui lavori: Franco Kettmaier ha segnalato che sono state considerate le sollecitazioni della popolazione per una scuola plurilingue e l’apprendimento linguistico precoce, e che ci si è rammaricati del fallimento della questione toponomastica nella commissione dei Sei: “I tempi non sembrano ancora maturi per una soluzione condivisa”. Ewald Rottensteiner ha sottolineato l’esigenza, pure emersa nel gruppo, di tutelare le minoranze attraverso scuole separate, cultura e toponomastica nella madrelingua, che deve essere garantita anche nei bugiardini e nel rapporto con le Forze dell’Ordine. “Il fatto che entrambe le posizioni emerse nel gruppo abbiamo trovato spazio”, commenta Marc Röggla, ricercatore dell’Eurac che insieme a Elisabeth Alber ha seguito il processo, “dimostra che nessun punto di vista è stato messo in ombra o schiacciato dalla maggioranza”.
È spettato a Stefan Graziadei riferire dei lavori nel gruppo di lavoro 4, dedicato ad appartenenza linguistica, proporzionale, interessi e rappresentanza del gruppo ladino, bi- e trilinguismo nella pubblica amministrazione. Secondo il referente, il gruppo ha concordato sul fatto che la proporzionale é uno strumento di giustizia, ma la sua attuale applicazione non rispetta questa caratteristica. Per migliorare la situazione, si propone che i concorsi pubblici siano svolti nella madrelingua della dichiarazione oppure in italiano e tedesco insieme. Inoltre, viene richiesto un maggiore coinvolgimento nelle decisioni politiche del gruppo ladino, cui vanno garantiti autonomia culturale e maggiore spazio nelle commissioni e nei concorsi pubblici. Va infine tutelato il plurilinguismo, con pari dignità per i tre gruppi linguistici.
Martin Telch, del gruppo di lavoro 5 - sostenibilità (ambiente), economia, ricerca, lavoro - ha raccontato che ci si è trovati d’accordo sul valore della formazione professionale, sulla necessità di ampliare la potestà legislativa dei cittadini, cui va inoltre data parola nel caso di grandi investimenti, sull’opportunità di inserire il concetto di ricerca nello Statuto, di usare meglio le competenze della Provincia in campo ambientale, di approfondire la collaborazione trasnfrontaliera e sviluppare la green economy.
Per il gruppo di lavoro 6 - politiche sociali, sanità e sport - si è espresso Christian Mair, che ha rilevato la necessità di inserire nelle premesse dello Statuto, quali colonna aggiuntiva dell’Autonomia, il riferimento a coesione sociale e solidarietà, ad abitazione, salute e formazione intese come beni pubblici, alla pace e alla tutela della famiglia. Ha inoltre sollecitato l’istituzionalizzazione degli aiuti allo sviluppo. Ha inoltre fatto riferimento a un percorso di identificazione regionale e all’autonomia come processo di sviluppo permanente.
Max Benedikter, oratore per il gruppo di lavoro 7 - integrazione delle persone provenienti da un contesto migratorio, convivenza, plurilinguismo - ha chiesto che nel preambolo allo Statuto ci sia un riconoscimento della presenza di culture e religioni diverse, cui trasmettere e far conoscere le tradizioni locali, e che siano creati organi di controllo sui finanziamenti a fini culturali per istituzioni religiose, nonché introdotta la materia “etica” nelle scuole. Inoltre, vanno previsti gruppi aggiuntivi ai tradizionali tre, cui aggregare chi si sente bilingue o i nuovi cittadini, create le basi legali per consentire il voto, nei referenda locali, a tutti coloro che risiedono nei Comuni coinvolti, promosso il plurilinguismo con corsi gratuiti.
Infine, per il gruppo di lavoro 8 - forme di partecipazione (democrazia rappresentativa e diretta,partecipazione) - Roberto Paiarola ha riferito della volontà espressa di ancorare la democrazia diretta allo Statuto, che finora non la cita: essa deve essere esercitata senza limitazione di temi - eccetto quelli relativi a questioni etnico-linguistiche - e coinvolgere tutti i cittadini e le cittadine dai 16 anni in su, anche con background migratorio, residenti in provincia. “L’esistenza del Forum”, ha commentato Paiarola, “è, di fatto, già un riconoscimento, da parte della politica, alla democrazia diretta”.
Tutte le proposte emerse nei gruppi, “con le rispettive motivazioni e suddivise in proposte condivise e non condivise”, hanno spiegato le moderatrici Katharina Erlacher e Sabina Frei, sottolineando il valore di questo primo grande processo partecipativo, dovranno essere riassunte in un documento conclusivo che andrà trasmesso alla Convenzione dei 33 e al Consiglio provinciale.