La nostra autonomia è nata soprattutto per riparare i danni e le ingiustizie causate da due guerre. Tanta fatica è stata fatta per attuare quello che i politici del tempo avevano deciso con il trattato di Parigi.
Comunque penso che in una regione come la nostra, attualmente, ognuno abbia una idea diversa di autonomia.
Parte del gruppo di madrelingua tedesca pensa all'autonomia come una strada per l'autodeterminazione, cosa che per altro in alcuni ambienti italiani, appartenenti al Tirolo storico non disdegnerebbero. Ma la nascita dell'Europa degli stati, fatta frettolosamente e senza averne creato delle basi solide, ha reso a mio parere questa idea come anacronistica. Sarebbe forse più possibile con un'Europa delle regioni, ma anche questa, nel momento congiunturale in cui siamo approdati non ci dà molte speranze.
La popolazione di madre lingua italiana, e cioè coloro che sono arrivati arrivati durante il periodo fascista ed anche dopo la seconda guerra mondiale, a seguito delle grandi alluvioni del Po, hanno sicuramente atteggiamenti più nazionalisti.
Difficile quindi trovare una idea comune per una nuova autonomia.
Io personalmente penso che, con un'autonomia politica e soprattutto economica e fiscale, il cittadino avrebbe più possibilità di avere trasparenza delle istituzioni.
Alla base di tutto, comunque, è avere dei politici illuminati e onesti. Il che è la cosa più difficile, non cambiando la classe politica attuale, che non differenziandosi per colore o gruppo linguistico, anche in periodi dove la gente fa sacrifici, si preoccupa solamente del proprio tornaconto.
Quindi auspico un cambiamento veramente radicale in una regione veramente bi- o trilingue nel rispetto degli usi, dei costumi, delle tradizioni, della storia e perché no, anche dell'architettura locale.
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