Proposte e riflessioni per il nuovo statuto di autonomia

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  • Propongo che venga assunto il principio di sussidiarietà come regola fondamentale con cui disegnare i rapporti tra Regione, Province e Comuni. Secondo tale principio è da lasciare agli individui ciò che essi sono in grado di compiere con le loro proprie forze anziché affidarlo alla comunità più ampia; analogamente non è giusto rimettere a una società maggiore e più alta quello che un organismo sociale minore e inferiore può fare con le proprie forze. Invece le entità di ordine superiore devono porsi in atteggiamento di aiuto (subsidium), sostegno, promozione e sviluppo rispetto alle minori in qualche difficoltà, in modo tale che i corpi sociali minori e intermedi possono adeguatamente svolgere le funzioni che loro competono, senza doverle cedere ad aggregazioni sociali di livello superiore;
  • al principio di sussidiarietà inteso in senso positivo come aiuto economico, istituzionale offerto alle entità sociali minori, corrisponde una serie di implicazioni in negativo, che impongono ad es alla Regione e alle Province di non restringere lo spazio vitale delle entità sociali minori (Comunità comprensoriali, Comuni) per non soppiantare le loro iniziative, libertà e responsabilità.
  • Operare in questa direzione ci porterà a rompere i centralismi, sia quello statale - romano, sia quello regionale – trentino sia quello provinciale – bolzanino, attuando una cessione di competenze, risorse e responsabilità verso le unità istituzionali inferiori
  • l'accordo di Parigi del 5 settembre 1946 recita: “Gli abitanti di lingua tedesca della provincia di Bolzano e quelli dei vicini comuni bilingui della provincia di Trento, godranno di completa uguaglianza di diritti rispetto agli abitanti di lingua italiana, nel quadro delle disposizioni speciali destinate a salvaguardare il carattere etnico e lo sviluppo culturale ed economico del gruppo di lingua tedesca”.

    Le popolazioni bilingui (Mocheni e Ladini) del Trentino non godono affatto degli stessi diritti della popolazione di lingua italiana, pertanto molto lavoro resta da fare in loro favore, sia da parte della Regione sia da parte della Provincia di Trento. Popolazioni di gruppo etnico ladino sussistono anche in Veneto e in Friuli Venezia Giulia; sebbene l'accordo di Parigi non menzioni tali popolazioni, è coerente con l'esistenza delle autonomie di Bolzano e di Trento che Regione e Province si attivino istituzionalmente e che vengano intraprese iniziative di sussidiarietà nei confronti di quelle popolazioni.

  • La coesione sociale locale può aumentare istituendo un nuovo organismo di rappresentanza e di elaborazione delle richieste e delle risposte dei cittadini, che consenta di coordinare la competenza integrativa della Regione nella previdenza sociale con le competenze provinciali nell'assistenza e nella sicurezza sociale; anche questo è uno dei problemi rispetto ai quali applicare il principio della sussidiarietà, dando rappresentanza in consulte di livello provinciale ai settori dell'economia a) pubblica b) privata c) del terzo settore, che assieme possono operare in modo efficace e efficiente e non assistenzialistico, ma anzi generativo di servizi dal basso, “investendo” i fondi economici tramite i cittadini e le associazioni, anziché “distribuirli” senza un ritorno – non economico, ma di vita sociale - come invece avviene ora. E' necessario che tutti i cittadini avvertano stima per chi mette a disposizione parte del proprio tempo per la cura degli altri, e disistima per chi non lo fa.
  • E' necessario che la proporzionale garantisca per legge un minimo di presenza di tutti i gruppi linguistici negli esecutivi di tutti i livelli; qualora in base alla proporzionale attualmente in vigore, un gruppo linguistico non ha nessun rappresentante, la nuova norma dovrà prevedere un inserimento di un rappresentante del gruppo linguistico assente
  • Le votazioni su argomenti che riguardano un solo gruppo linguistico (ad es la scuola) avvengono tenendo conto esclusivamente dei rappresentanti di quel gruppo linguistico
  • la proporzionale etnica va superata entro dieci anni, salvo revisione di eventuali disfunzioni, nel senso che si potrà ripristinare la proporzionale nei casi in cui il superamento abbia portato ad un mancato servizio ad uno dei gruppi linguistici. Il superamento della proporzionale comporterà che nei concorsi non si considererà l'appartenenza ad un gruppo linguistico, ma solo il valore di merito dei candidati. Per quanto riguarda il minimo sociale, l'Accordo di Milano contempla la possibilità di delegare le prestazioni sociali per i disoccupati dallo Stato alle Province Autonome, ampliandone le competenze.
    Nel valutare i bisogni sociali non rileva in alcuna misura la appartenenza etnica né la provenienza, ma il grado di bisogno, ed il grado di adesione a programmi di generatività e di cittadinanza attiva.
  • Nella considerazione dei rapporti tra lavoro e capitale, soprattutto di fronte alle imponenti trasformazioni dei nostri tempi, si deve ritenere che la principale risorsa e il fattore decisivo in mano nostra siamo noi stessi e che lo sviluppo integrale della persona nel lavoro favorisce la maggiore produttività ed efficacia del lavoro stesso. Il mondo del lavoro sta scoprendo sempre di più che il valore del capitale umano trova espressione nelle conoscenze dei lavoratori, nella loro disponibilità a tessere relazioni, nella creatività, nell'imprenditorialità di se stessi, nella capacità di affrontare consapevolmente il nuovo, di lavorare insieme e di saper perseguire obiettivi comuni; al giorno d'oggi la dimensione soggettiva del lavoro è più decisiva e importante di quella oggettiva. Il conflitto capitale – lavoro è diventato preoccupante per il rischio di sfruttamento connesso allo sviluppo tecnologico (ricerca di aumento di produttività), oltre che per l'aumento di sacche di lavoro nero, di super-lavoro, di carrierismo, di eccessiva flessibilità, specie per le connesse trasformazioni della famiglia. Solo un contesto complessivamente partecipativo e solidale permette di costruire relazioni non esasperate da competitività e reciproca straniazione. Il rapporto partecipativo tra lavoro e capitale richiede la partecipazione dei lavoratori alla proprietà, alla gestione ed alla distribuzione dei frutti.
  • Il distacco dei cittadini dalla politica è un fenomeno crescente connesso alla frustrazione avvertita da chi si limita a andare al voto; il distacco va affrontato con maggiori strumenti partecipativi (referendum) e conoscitivi, che consentano di intervenire sulle varie scelte politiche man mano che le scelte si delineano, non solo in occasione delle votazioni legislative, le quali hanno periodicità troppo lunga, inadeguata a influire sulla maggior parte delle decisioni.
    E' inoltre necessario un maggior grado di conoscenza nei cittadini individualmente ed in associazioni dei problemi sociali e politici. A tal fine vanno attuati programmi di diffusa formazione in educazione civica e l'adozione di maggiori strumenti di ricerca partecipata in psicologia di comunità.
  • In sede locale il terzo settore dell'economia ha ruoli meramente strumentali rispetto alla volontà politica, mentre in linea di principio la comunità politica dovrebbe essenzialmente essere al servizio della società civile ed in ultima analisi delle persone e dei gruppi che la compongono. Tramite il nuovo Statuto di Autonomia alla società civile va garantita una cornice giuridica adeguata al libero esercizio delle attività dei soggetti sociali nel rispetto del principio di sussidiarietà per orientare verso il bene comune la dialettica tra le libere associazioni attive nella vita democratica.
  • Le legittime esigenze dell'efficienza economica devono essere meglio armonizzate con quelle della partecipazione politica e della giustizia sociale. In concreto ciò significa intessere di solidarietà le reti delle interdipendenze economiche, politiche e sociali, che i processi di globalizzazione fanno accrescere.
  • Nel nuovo Statuto di Autonomia vanno inseriti i diritti ai referendum confermativo e propositivo, in particolare per le norme sulle retribuzioni dei politici, onde evitare che siano i politici stessi a determinare le loro retribuzioni. Onde evitare che anche la partecipazione ai referendum venga frustrata, i quorum in sede provinciale e comunale vanno azzerati.
  • Anche per il finanziamento dei partiti propongo quanto previsto al punto precedente.
  • Tra le forme di partecipazione dei cittadini va prevista quella al controllo dell'Agenzia delle Entrate, tramite l'istituzione di un organo di controllo in cui potranno essere coinvolti anche rappresentanti dei contribuenti e dei consumatori.
  • Distinzione più chiara fra partiti, poteri politici e media: va garantita l'assoluta autonomia redazionale dell'Ente radiotelevisivo pubblico e creato un garante della neutralità dell'informazione come servizio pubblico-privato
  • l'imparzialità nell'assegnazione dei fondi per la cultura e la ricerca scientifica e l'innovazione va attuata attraverso una consulta indipendente dai poteri politici
  • la sezione provinciale della Corte dei Conti deve essere più indipendente dai poteri politici; nessun membro della Corte va nominato dalla Giunta provinciale
  • tutte le cariche nelle società di proprietà pubblica o controllate da enti pubblici vanno coperte attraverso pubblico concorso
  • tutti i giudici del Tar vanno individuati tramite regolare concorso al fine di raggiungere una maggiore indipendenza del Tar dai poteri politici
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